La pandemia ha nettamente accelerato il processo di digitalizzazione italiano per tutti: dalle aziende alla PA. Lo smart-working ha messo in luce tutti i punti deboli e le disattenzioni nei nostri comportamenti “informatici” e nelle nostre infrastrutture IT.
Stare al passo e garantire la sicurezza dei sistemi non era un compito facile ed il risultato è questo: un forte aumento di attacchi hacker ad aziende e a pubbliche amministrazioni.
L’attacco a Roma
A proposito di PA, è ormai di dominio pubblico l’attacco ransomware subito dalla regione Lazio che ha disabilitato i sistemi informatici della regione, compreso il portale di registrazione per le vaccinazioni COVID-19. L’attacco è partito tra sabato 31 luglio e domenica 1° agosto, ha criptato ogni file nel data center regionale e interrotto la rete informatica istituzionale. La Regione inizialmente aveva affermato anche che erano stati intaccati i back-up, ma attraverso un’analisi più approfondita è emerso che i dati erano stati cancellati, ma non criptati e questo li ha resi recuperabili.
Le politiche di Cyber-Sicurezza
In Italia e in Europa la normativa per la sicurezza informatica è piuttosto avanzata: ancora a dicembre del 2020 la Commissione Europea ha pubblicato una nuova strategia sulla cyber-sicurezza che mira ad aumentare le capacità dei paesi membri di prevenire e bloccare i futuri attacchi, ed eventualmente di rispondere nel caso in cui provengano da un altro stato.
Il problema è che in molti paesi, come il nostro, la messa in pratica delle norme è lenta e macchinosa. Questo questo lascia ampio margine d’azione ai criminali informatici, sia a livello pubblico sia a livello privato. La presenza, infatti, di moltissime aziende medio-piccole, che non possono permettersi di fare grandi investimenti sulla cyber-sicurezza, complica ulteriormente la situazione.
L’attacco alla Regione Lazio, e l’attenzione mediatica che ha ricevuto, potrebbero contribuire a eliminare alcuni blocchi. Per esempio, martedì il Senato ha approvato in via definitiva la creazione di un’Agenzia per la cyber-sicurezza nazionale, cioè di un nuovo ente specializzato gestito dal governo in cui confluiranno decine di esperti di cyber-sicurezza provenienti dal DIS (il Dipartimento per le informazioni di sicurezza) e dall’AISI (l’Agenzia di sicurezza interna). Secondo Repubblica, la nuova agenzia dovrebbe cominciare a lavorare già alla fine di questa settimana: il governo sta lavorando ai regolamenti attuativi della nuova agenzia e nei prossimi giorni potrebbe nominarne il direttore.
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