Ogni giorno da qualche parte nel mondo è in corso una guerra.
Migliaia di persone vengono sfruttate, migliaia di bambini vengono privati dai loro diritti. Tonnellate di cibo vengono sprecate, tonnellate di rifiuti vengono buttati in mare.
Molto spesso guardiamo con frustrazione il mondo in cui viviamo, indignandoci per le ingiustizie, la violenza, l’inquinamento… Ci diciamo che i potenti non assumono le proprie responsabilità, che i governanti non adottano le misure necessarie, che i politici non fanno nulla.
Certe volte arriviamo a pensare che questo è il decorso naturale delle cose e che nessuno ormai può fare niente per cambiarlo. Abbiamo la convinzione che tutto si svolga al di fuori della nostra possibilità di azione.
Ma è vero che non possiamo fare nulla per migliorare la nostra società e il nostro ambiente?
È vero che non possiamo fare altro che adattarci?
Oppure possiamo, con i nostri gesti, cambiare il mondo in cui viviamo?
In Blue Day è emersa questa risposta, che è diventata il nostro impegno, e che l’unico modo per migliorare le cose è spendersi in prima persona.
Un mondo equo e sostenibile dipende dalle nostre azioni, dalle nostre scelte quotidiane, dalle grandi alle più piccole e apparentemente insignificanti. Tutti possiamo fare qualcosa poiché siamo il miglioramento della nostra vita.